Di ritorno dal rally inglese

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. fokista
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    La scorsa settimana, assieme a qualche altro amico del forum, ho partecipato ad un rally inglese nell'Oxfordshire.



    Più che la sete di ritrovamenti mi ha spinto la curiosità di vedere da vicino questo tanto famoso sistema inglese. E devo dire che la mia impressione finale è decisamente critica. Ma andiamo per ordine...
    L'area di ricerca era veramente immensa: più di mille acri di meravigliosa campagna inglese. Naturalmente non si trattava di zone "vergini" mai spazzolate. La varietà e la natura dei ritrovamenti è stata comunque importante. Secondo gli organizzatori sono stati infatti registrati più di 500 oggetti al FLO ( Find Liasion Officer), ovvero la tenda dove gli archeologi del PAS (Portable Antiquities Scheme) analizzavano e registravano gli oggetti ritenuti di qualche interesse storico. Da quei campi in tre giorni è uscito un po' di tutto, dalle punte di selce neolitiche alle monete romane e medievali, dalle palle di moschetto della guerra civile allo statere celta.



    Un paniere di tutto rispetto quindi, che però, se messo in confronto col numero di partecipanti al rally, ben 1500!!, assume ben altra rilevanza. La gran parte dei ricercatori ha infatti trovato pochissimo o nulla e non è un caso che il terzo giorno molti non si siano nemmeno presentati. Intendiamoci: è chiaro che la partecipazione al rally non garantiva automaticamente il diritto a qualche ritrovamento importante. Ma il numero di partecipanti era veramente troppo vasto per quello che poteva offrire l'area.
    Di fronte a questa realtà l'organizzazione del rally, che pure è stata imponente sotto tutta una serie di altri aspetti, non ha saputo che mettere in campo una manciata di gettoni-premio ed una grossa lotteria, che però non era compresa nella quota di partecipazione. Credo che si sarebbe potuto fare di più, soprattutto nei confronti di chi veniva dall'estero. E di ricercatori stranieri ve ne erano davvero molti.
    Il mio disappunto non nasce però dalla scarsità dei ritrovamenti. Come ho preannunciato non erano il primo dei miei pensieri e non sono così ingenuo da pensare che i detectoristi locali abbiano lasciato dei tesori nel terreno appositamente per me. Era chiaro fin dall'inizio che non avremmo trovato molto, ma quel poco ero convinto che avremmo potuto registrarlo presso il PAS e poi portarlo a casa legalmente. Non dovrebbe essere questo il cuore del tanto famoso Treasure Act inglese?
    Quello che è accaduto e che ho osservato da vicino, pur non avendo trovato personalmente nulla di rilevante, è invece un'altra cosa.
    Gli oggetti presentati agli archeologi del PAS per la registrazione sono stati infatti riconsegnati senza alcun documento allegato, senza soprattutto la Export License essenziale per portare legalmente il rinvenimento al di fuori dei confini inglesi. Gli oggetti son stati riconsegnati in una bustina con un laconico adesivo dove era segnata la loro identificazione. Di fronte alle richieste di spiegazioni dei partecipanti ho visto gli archeologi prima indirizzare i detectoristi altrove, poi ignorarli totalmente pur facendo trasparire un grande imbarazzo.
    Questa procedura ha avuto delle conseguenze per me importanti e rivelatrici. Che fare con un ritrovamento di un certo significato, ad esempio una moneta romana, se le stesse autorità competenti non ti hanno rilasciato una ricevuta o una licenza di esportazione? O se nemmeno ti hanno indicato come poterla ottenere? Ebbene, per i ricercatori non residenti in Inghilterra l'unica possibilità legale è stata quella di lasciare lì i ritrovamenti.
    E qui entra in scena un altro aspetto del rally. Oltre all'area di ricerca, vi era naturalmente una grande area attrezzata dove erano situati le varie strutture logistiche, gli stand espositivi delle case costruttrici, i banchetti delle associazioni, le tende dei reenactor e, quel che più mi preme qui sottolineare, numerosi banchi di commercianti di antichità. Su questi banchi c'era veramente di tutto, dalle fibule romane agli amuleti egizi, dalle monete celtiche ai sigilli medievali.
    Per correttezza, questa foto e solo questa è del rally dell'anno scorso. Ma la stessa identica scena si è ripresentata quest'anno.




    Insomma su questi banchi si vendeva di tutto.. ma si comprava anche di tutto! In pratica compravano dai detectoristi gli oggetti ritrovati nel rally e magari appena identificati e registrati dagli archeologi del PAS. E questo in maniera così evidente che perfino sulla brochure ufficiale del rally un commerciante si reclamizza così: "BUYING ALL DETECTOR FINDS"! D'altronde che farne di quella moneta romana, che abbiamo ipotizzato prima d'aver trovato, se non puoi farla uscire dai confini inglesi? O la vendi, o la regali, o la butti...
    Ed io ho visto mettere in atto tutte queste opzioni. Col cuore che mi piangeva...
    Ho visto gente costretta a vendere, naturalmente sottocosto, i propri ritrovamenti pur di non incorrere in alcun tipo di problema. Talvolta però il valore riconosciuto a questi oggetti era così basso che alcuni hanno preferito regalare agli inglesi i propri ritrovamenti, vista l'impossibilità di poterli portare con sé al di fuori dei confini inglesi legalmente. Ed infine ho visto finire nei cestoni dell'immondizia a bordo campo fibbie di bronzo, bottoni settecenteschi, proiettili cinquecenteschi e molto altro. Tutti oggetti di così poco valore commerciale, non certo storico, che era preferibile gettarli piuttosto che tenerli e tentare di valorizzarli.
    La mia impressione è che oramai buona parte del mondo della ricerca inglese si sia adattato a questa logica tanto da concentrarsi solo sul ritrovamento economicamente rilevante. E poiché il mercato delle antichità decide anche quali siano le epoche più interessanti, ecco che anche i ritrovamenti assumono interesse differente non in base al loro valore storico, ma in base alla loro epoca e al valore economico che viene loro riconosciuto. Insomma quello a cui ho assistito non è stato tanto la passione per la ricerca storica, ma la passione per il vil denaro appena mascherata dalla presenza della tenda degli archeologi. Il sistema inglese si è svelato ai miei occhi come una sorta di liberalizzazione del mercato delle antichità, nulla di molto più. La formula del grande rally mi è parsa come una grande operazione commerciale, finalizzata a garantire a tutti una fetta economica, a tutti tranne che ai ricercatori. Ricercatori che anzi devono pagare per estrarre delle ricchezze storiche dal sottosuolo per poi immetterle sottocosto nel mercato delle antichità.
    Sto esagerando? Intendiamoci, sono convintissimo che sia cento volte preferibile essere un ricercatore in Inghilterra che non in Italia. La tranquillità di poter spazzolare senza alcuna ambiguità legislativa è impagabile. Durante il rally ho visto molte donne, persone di una certa età e perfino bimbi accompagnati dai genitori divertirsi sereni nella ricerca. Questo attualmente è per noi un sogno... Così come è veramente impagabile vedere nei musei archeologici inglesi il riferimento all'apporto dei metaldetectoristi.



    Ma al contempo devo dire la monetizzazione e la volgarizzazione della ricerca storica che ho osservato in Inghilterra mi hanno molto deluso, se non disgustato. E' bene aprire un dibattito su tutto questo. Non solo per non illudere la gente sul sistema inglese, ma anche per iniziare ad immaginare, o sognare..., un nostro sistema.
    A presto! ;)
     
    Top
    .
  2.     +1   -1
     
    .

    Group
    Administrator
    Posts
    1,624
    Reputation
    +5
    Location
    calolziocorte

    Status
    Offline
    grazie luigi per aver raccontato la tua esperienza nel rally inglese,e sopratutto per aver dato la tua upinione al riguardo. volevo sapere se uno aquistava dai negozianti presenti nella manifestazione rilasciavano fattura e certificato di provenienza?brutto vedere che permettevano di acquistare i ritrovamenti hai commercianti,invece di fare una relazione dell'avvenuto ritrovamento ,e' della consegna di tizio e caio alla soprindentenza ,posso pensare che qui ce del marcio chi mi dice che erano daccordo per poi fare i loro interessi? un documento di consegna doveva essere rilasciato,se non ce stato nessuna registrazione mi viene davvero da piangere, spero che si faccia avanti un'altro detectorista che sia stato in inghilterra al rally per raccontare la sua esperienza

    Edited by raiti roberto - 29/9/2017, 22:26
     
    Top
    .
  3. fokista
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Ciao Roberto,

    da topo di biblioteca quale io sono, l'unica cosa che ho acquistato sono stati dei libri. :P Non saprei dirti quindi se i rivenditori rilasciassero qualche tipo di documentazione. Ma non mi pare di averne vista comunque nemmeno in mano ad altri.
     
    Top
    .
2 replies since 24/9/2017, 22:21   70 views
  Share  
.
Top
Top